AM
Significa Amplitude Modulation, cioè modulazione di ampiezza ed è il modo più semplice per trasmettere la voce via radio. I radioamatori non la usano più ormai da
qualche decennio, avendola sostituita con la SSB o con la FM.
FM
La sigla sta per Frequency Modulation e significa modulazione di frequenza. È un modo per trasmettere la voce che supera molti dei limiti della AM. Il segnale è
dato da una portante continua, la cui frequenza devia seguendo l'ampiezza della voce.
Il vantaggio principale rispetto alla AM è dato dalla ottima immunità ai disturbi, sia naturali che artificiali ed è inoltre possibile amplificare il segnale senza
doverne necessariamente mantenere la linearità dell'ampiezza, dunque con circuiti più semplici ed efficienti.
Questo metodo però impiega in maniera non efficace la potenza messa a disposizione dal trasmettitore (portante continua quindi minor potenza istantanea) ed ogni
stazione occupa porzioni di banda che sarebbero inaccettabili al di sotto dei 28 MHz dove le assegnazioni in favore dei Radioamatori sono in alcuni casi veramente minime (40 metri).
Le onde a modulazione di frequenza (FM) si possono captare solo se l’antenna che le riceve è visibile direttamente dalla fonte di emissione, o è situata
nella direzione di una superficie riflettente, come un satellite ad esempio.
Le onde a modulazione di ampiezza invece (AM) attraversano qualsiasi superficie senza difficoltà, anche l’acqua del mare. Le prime onde – FM appunto –
interessano le trasmissioni sia della radio, sia della TV e hanno una modulazione di frequenza che attraversa la ionosfera senza che alcuna superficie non sul loro tragitto le assorba o le rifletta; le seconde – AM – interessano solo le
trasmissioni radio e hanno una frequenza minore, quindi la ionosfera le riflette così da arrivare a punti di ricezione anche molto distanti dalla fonte di emissione.
SSB
La sigla sta per Single Side Band e consiste nel trasmettere solo una delle due bande laterali
risultanti dalla modulazione AM. I vantaggi rispetto a quest'ultima sono dati dal dimezzamento della banda passante, assenza di emissione quando non si parla, rendimento in potenza più che
raddoppiato a parità di componenti e migliore sensibilità in ricezione. È il modo preferito dai radioamatori per trasmettere la voce a grande distanza.
Visto che le bande laterali sono due, a seconda che si trasmetta quella inferiore o superiore si hanno i due modi LSB (lower side band) oppure USB (upper side
band). Per motivi storici i radioamatori utilizzano la LSB al di sotto dei 10 MHz e la USB al di sopra di questa soglia.
Oltre alle comunicazioni dirette (onda di terra) e quelle via ionosfera, troposfera, ripetitore, ecc., i radioamatori comunicano anche attraverso l'utilizzo di
satelliti artificiali oppure facendo rimbalzare il segnale radio sulla superficie della Luna.
Satelliti radioamatoriali
Le associazioni radioamatoriali di vari paesi hanno messo in orbita, già da qualche decennio, dei piccoli satelliti artificiali ad uso radioamatoriale. La
progettazione è stata in genere demandata a radioamatori che sono anche ingegneri e progettisti, con l'aiuto di molti semplici appassionati, e le ingenti spese di lancio sono state coperte da
raccolte volontarie di fondi tra tutti i radioamatori del mondo.
I satelliti radioamatoriali funzionano un po' come dei ripetitori posti nell'orbita terrestre. Da terra si trasmette su una certa banda ed il satellite lo
ritrasmette su un'altra, dove può essere ricevuto a grande distanza. Le bande utilizzate sono in genere nelle VHF, UHF ed SHF, perché a queste frequenze la ionosfera è trasparente e il segnale
può quindi raggiungere lo spazio senza ostacoli o attenuazioni. Fanno eccezione alcuni satelliti russi della serie Radio Sputnik, che ricevono nella banda dei 21 MHz e trasmettono sui 29
MHz.
Stazioni radioamatoriali sono state anche presenti nella stazione spaziale Mir e sugli Space Shuttle, mentre ne esiste una anche nella odierna Stazione Spaziale
Internazionale. Molti radioamatori hanno quindi potuto avere l'emozione di parlare in diretta con un astronauta o cosmonauta. Sono anche organizzati collegamenti tra scuole medie e superiori e
gli astronauti nello spazio, a scopo educativo.
Normalmente basta una potenza di pochi watt per collegarsi via satellite. A volte bastano delle antenne fisse, mentre in altri casi vanno usate delle antenne
direttive, che devono inseguire il satellite nel suo movimento attraverso il cielo.
Esistono appositi programmi per calcolare i periodi in cui ogni satellite è collegabile dalla nostra località geografica.
EME
L'attività EME (Earth-Moon-Earth), consiste nel far riflettere un segnale radio sulla superficie della Luna, in modo da effettuare collegamenti con località anche
molto distanti.
Perché la riflessione abbia successo, si devono utilizzare potenze notevoli e, soprattutto, concentrare al massimo l'emissione sulla superficie lunare, che occupa
appena mezzo grado di cielo, vista dalla terra. Per questo motivo, ed anche per superare la ionosfera senza problemi, si utilizzano le gamme VHF e UHF per questi collegamenti.
A queste frequenze la antenne sono di piccole dimensioni ed è quindi possibile costruire delle direttive ad alto guadagno. Molte di queste antenne sono poi in
genere connesse in parallelo, per concentrare ancora di più l'emissione verso la Luna (ottenendo quindi un lobo d'irradiazione ad elevata direttività).
Negli ultimi anni i collegamenti EME sono risultati un po' più facili da effettuare, grazie alla introduzione dei nuovi modi digitali, particolarmente adatti alla
ricezione di segnali di bassissimo livello.